Di recente sono stato di nuovo a Montefalco, per assaporare il vino che negli ultimi venti anni ha avuto una esplosione di vendita enorme. Dato che ho girato 4-5 produttori dell’ormai famoso Sagrantino, sopra foto delle vigne di Arnaldo Caprai, mi sono fatto una idea precisa di come questo vino, ai più sconosciuto fino a pochi anni fa, sia esploso seguendo involontariamente le teorie della legge dei pochi viral-pandemica e del prodotto stra-ordinario.
Ripercorriamo l’ascesa dirompente.
Il Sagrantino è una uva assai difficile da trattare con
con un acino piccino e pieno di semini, con una buccia spessa e molto tanninca.
Fino alla fine degli anni ’70 era una uva che veniva usata SOLO per realizzare un passito, assai gradevole, usato per anche volentieri per le messe, da cui il nome da sacramento —- sagrantino. Ai tempi l’uva veniva raccolta verso agosto e poi lasciata appassire fino a dicembre e poi a gennaio imbottigliata. Un Passito molto interessate e profumatissimo, che ancora oggi è molto apprezzato, i migliori costano anche sopra i 50 euro al litro. Il vino prodotto in questa zona era da sempre un MoNTEFALCO, con sangiovese almeno al 60% e altre uve. Oggi lo si trova sui 10 euro al litro, per me un tantino caro, ma comunque un buon vino da pasto.
Sembra che verso la fine degli anni 70, l’unica casa vinicola degna di tal nome a quell’epoca , Scacciadiavoli, riuscì a vinificare il Sagrantino e a realizzare un vino molto pregiato con almeno 30 mesi di invecchiamento. Ma gli attuali proprietari della vigna no ce lo hanno confermato. Quindi non si sa .
Non si sa chi ha vinificato al meglio questa particolare e difficilissima uva. Si sa però da chi è partita la viralità. Dalla azienda agricola Arnaldo Caprai, i cui proprietari imprenditori tessili molto rinomati, loro l’azienda dei braccialetti cruciani, hanno iniziato a credere nella stra-ordinarietà di questa uva e da più di 30 anni hanno iniziato a farla conoscere nel mondo.
In particolare Marco Caprai, uno dei figli che si è dedicato a realizzare questa assoluta pandemica vinifica e salutare per un intero territorio.
Durante il giro che abbiamo fatto in azienda ci hanno parlato di un forte sforzo compiuto da istituti di ricerca vinicola di Milano, con le università, per realizzare un prodotto altamente stra-ordinario. Da far maturare nelle Barricaie
nelle Barrique francesi, per oltre 30 mesi.
Sono riusciti così a valorizzare l’uva in modo tale che dopo non molto hanno preso punteggi altissimi dalla più famosa rivista al mondo dei vini:
90-92 su 100 di WINE SPECTATOR ormai da anni.
Hanno poi lavorato sul Brand, dando sempre valore, partecipando a tutte le fiere del mondo per presentare il vino. Hanno curato il Packaging, la comunicazione aziendale, insomma hanno realizzato nel tempo un meticoloso e perfetto meccanismo di Marketing.
Oggi esportano circa il 40% delle loro 700 mila bottiglie e la loro impresa è stata unica, poichè grazie al fatto di far conoscere il loro prodotto stra-ordinario hanno iniziato la pandemia virale del SAGRANTINO.
La Legge dei Pochi qui ha funzionato in modo STRABILIANTE: gli esperti di mercato, i connettori e i venditori sono stati perfett.amente interessati dal prodotto stra-ordinario ed hanno potuto scatenare la loro pandemica viralità. Il fattore presa poi ha amplificato ancora di più.
Tutto questo è stato fatto nel corso del tempo, con sapienza sagacia, sicuramente errori e riprove, fino ad ottenere quello che è sotto gli occhi di tutti.
Questa infezione pandemica ha fatto sì che nella zona molti hanno iniziato a seguire la strada tracciata. Se 30 anni fa nella zona esistevano 8-9 produttori, oggi sono 108, dico 108!!! Da pochi centinaia di ettari a sagrantino oggi migliaia. Sono sorte centinaia di ristoranti grazie all’azienda vinicola Arnaldo CAPRAI.
La quale continua ad essere la capofila indiscussa, sempre considerata tra le migliori cento cantine del nostro paese. (anche se nella zone altre imprese vinicole producono anche più di lei).
Ecco dunque un chiaro esempio di viralità che colpisce le persone giuste per divulgare un prodotto, purchè questi sia stra-ordinario e per fare ciò occorre passione, sperimentazione, ricerca e innovazione continua. A me è particolarmente piaciuto una ultima creazione che chiamano Nero-outsider con Pinot- nero, molto interessante.
Grazie sig. Caprai, preghiamo che possano esserci in Italia innovatori che sappiano Creare Pandemie imprenditoriali come le vostre. Unico e vero e santo modo per uscire dalla crisi.
P.S. Grazie a Maurizio il mio amico enologo che ci ha guidati tramite sms alla scoperta del vino Umbro.